La carolea cultivar del lametia dop.

Caratterizzazione sensoriale della cultivar calabrese più rappresentativa.

La Cultivar Carolea e le Dop di Calabria.

Conosciuta anche con i sinonimi Becco di Corvo, Borgese, Catanzarese, Cumignana, Olivona, la Carolea è coltivata in tutte e cinque le province calabresi, ma è maggiormente presente in quella di Catanzaro, dove la diffusione complessiva è valutata nell’ordine dei 50.000 ettari.

Concorre, quasi esclusivamente, sia nel determinare la varietà di riferimento della denominazione di origine protetta DOP Lametia (minimo 90%) e sia della denominazione di origine protetta DOP Alto Crotonese (min. 70%). Concorre, altresì, nella composizione varietale dellaDOP Bruzio - Menzione geografica “Valle Crati” in misura non inferiore al 50% e nelle menzioni “Fascia Prepollinica”,”Colline Joniche Presilane” e “Sibaritide”, dove questa può essere presente al massimo per un 30%.

Cultivar di media vigoria, assurgente, con densità medio folta della chioma. I rami fruttiferi sono mediamenteassurgenti, il numero di rami anticipati è medio-elevato, la lunghezza media degli internodi è di 2,4 cm. Le foglie sono di dimensioni medio grandi, ellitticolanceolate, di colore verde chiaro. Le infiorescenze sono piccole e compatte, con numero medio di fiori pari a 12, l’aborto dell’ovario oscilla tra il 10 e il 12%. Le drupe hanno un peso di 3,5 - 6g a seconda della carica delle piante. La forma è ellissoidale, asimmetrica, con evidente umbone. A maturazione completa il colore dell’epidermide è nero lucido. Il rapporto polpa nocciolo è superiore a 5.

La Carolea come tutte le varietà antiche è costituita da una popolazione multiclonale, con differenzeanche significative. La cultivar è praticamente autosterile, le varietà impollinatici sono l’Olivastro, la Romanella, la Nocellara messinese e l’Ottobratica. L’invaiatura è scalare, l’inoliazione è precoce, la resa in olio varia dal 20 al 25% a seconda dell’epoca di raccolta.Resistente al freddo e alla rogna è però molto sensibile all’occhio di pavone ed alle crittogame in genere; inoltre, èmediamente sensibile alla mosca delle olive ed alla tignola. Il legno è facilmente soggetto ad attacchi di Zeuzerapirina e fleotribo; resistente, invece, a Pseudomonassavastanoi e a Verticilliumdahliae.

Le produzioni sono abbondanti e sono destinate prevalentemente all’oleificazione nonostante le buone caratteristiche merceologiche come oliva da mensa.

Si presta molto bene alla raccolta meccanica con l’uso di scuotitori. Le rese di raccolta variano dal 70 al 95%. L’epoca ottimale di raccolta varia da metà ottobre a tutto novembre per le olive destinate alla trasformazione, mentre deve essere anticipata per le olive da tavola.