L’olio e.v.o. DOP Lametia è un prodotto intimamente legato al territorio da cui proviene e all’albero da cui nasce.
La coltivazione dell'olio e la sua ‘cultura’ giunsero in Calabria attraverso la colonizzazione greca iniziata intorno all'VIII sec. a.C. Con la civiltà greca, l'olivo entra nella letteratura, a dimostrazione della sua presenza costante tanto nell'immaginario poetico che nella vita quotidiana.
I ritrovamenti effettuati nei vari resti archeologici testimoniano come l’olio abbia costituito, per la civiltà greca ancor più che per le civiltà che l'hanno preceduta, al di là dell'aspetto religioso, un pilastro fondamentale del modo di vivere.
Nell'età bizantina, con una popolazione scarsamente numerosa, furono i monaci benedettini a darsi molto da fare per la rinascita dell’olivicoltura, anche se questa non era sollecitata dalla domanda esterna, come era invece avvenuto ai tempi dell'Ellade. A causa degli impaludamenti costieri, fonte di malaria, l'ulivo dovette risalire la collina.
A partire, poi, dalla tarda età bizantina e con la conquista ad opera dei Normanni ebbe inizio lo scontro con altre produzioni, che cercarono di prendere il sopravvento, ma alla fine l'ulivo riuscì a prevalere.
Da allora, la coltura dell'olivo si è diffusa fino a occupare gran parte della superficie coltivata della Calabria e a imporsi come seconda produzione di olio e.v.o. in Italia utilizzando ancora oggi, in forma pressoché invariata, le tecniche di coltivazione, di raccolta e di estrazione dell' olio messe a punto dai Greci e perfezionate dai Romani.
Produrre dell’olio di qualità in Calabria è diventato un’arte.